Il rapporto mette insieme una disamina delle principali debolezze che, nonostante la narrativa sul Made in Italy, il nostro paese presenta dal punto di vista del sistema agroalimentare: uso intensivo di pesticidi e fertilizzanti che impoveriscono i suoli e fanno strage di biodiversità, alto spreco alimentare, allevamenti intensivi che causano inquinamento ed elevata dipendenza dal mercato globale, scarso ricambio generazionale cui fa da specchio il crollo del numero di aziende agricole. E poi lo spettro di nuove diseguaglianze Nord-Sud a causa dei più gravi fenomeni climatici nel Mezzogiorno, una PAC che rischia di lasciare l’agroecologia solo sulla carta, la dipendenza dallo strapotere della grande distribuzione e la scarsa programmazione di politiche del cibo a livello nazionale, urbano e metropolitano.
Questi e molti altri problemi affliggono un settore che, nonostante tutto, presenta caratteristiche di base che – con un sostegno strutturale ben condizionato e politiche pubbliche all’insegna della pianificazione ecologica – potrebbe creare lavoro e diventare l’apripista della transizione ecologica italiana.
È ormai sempre più evidente quanto il Pianeta abbia raggiunto e superato i limiti delle proprie risorse e quanto l’azione umana abbia compromesso la fragilità dei suoi meccanismi di funzionamento. A partire dalla pandemia, durante tutto il 2024, l’anno più caldo mai registrato segnato da eventi estremi sempre più catastrofici, è emerso con forza quanto sia urgente e non più rinviabile agire per il cambiamento. Il riscaldamento globale e la violenza degli eventi meteorologici estremi rappresentano una crisi nella crisi, dalla quale non è possibile uscire se non riformando il nostro sistema di sviluppo e di convivenza sulla Terra. In questo quadro è ormai chiaro quanto la trasformazione del cibo in “commodity” abbia generato in tutto il mondo impatti sociali devastanti e quanto i sistemi alimentari giochino un ruolo centrale. Infatti, affinché questi diventino sostenibili per il Pianeta e sufficienti al sostentamento delle persone che lo abitano, è necessaria una profonda transizione che deve riguardare la produzione, la trasformazione, la distribuzione e il consumo di cibo a livello locale, nazionale e internazionale.
In questo scenario sempre più complesso, per mettere in atto risposte e dare vita a una trasformazione dei sistemi alimentari non più rinviabile, Terra! ha scelto di dotarsi di una strategia pluriennale che possa guidare la sua azione trasformatrice della società e dei sistemi di produzione del cibo, tenendo centrali due direttrici inscindibili per l’associazione: la giustizia ecologia e quella sociale. 5 sono le aree principali evidenziate che, a partire dal 2024, saranno centrali nel lavoro dell’associazione e che consentiranno di operare a livello nazionale e oltre i confini nazionali per costruire conoscenza, attivazione e mobilitazione per promuovere una visione del mondo alternativa, più ecologica e più giusta.
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