Dal campo alla tavola, senza sprechi

I sistemi alimentari sono tra i principali responsabili della crisi climatica in atto, ma allo stesso tempo è soprattutto il settore agricolo a subirne le conseguenze più gravi: l’aumento degli eventi climatici estremi impatta sulla produzione, le temperature crescenti fanno oscillare le rese e le siccità prolungate colpiscono le risorse idriche.

L’agricoltura vale il 23% delle emissioni planetarie di gas serra. Una percentuale che arriva al 37% se a questa quota si sommano quelle dell’intera filiera del cibo.

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Lo spreco alimentare fa parte di tutto questo.

Ogni anno nelle case italiane viene gettato oltre mezzo kg di cibo a settimana. Un dato in graduale aumento, frutto delle cattive abitudini di spesa ma anche della crescente povertà alimentare, che spinge le persone a comprare di più ma abbassando la qualità dei prodotti, che quindi sono più facilmente deteriorabili.

Uno spreco che è soprattutto figlio di un sistema di produzione iniquo e insostenibile, che punta sulla quantità e non sul valore del cibo.

Perdite alimentari

Lo spreco c’è anche e soprattutto dove non si vede. In campagna perlopiù, dove più che di spreco si parla infatti di perdite alimentari.

Con il report Siamo alla frutta, abbiamo dimostrato che la frutta “fuori canone”, che cioè non rispetta un certo calibro, una certa colorazione e altri canoni di bellezza puramente estetici, non arriva sugli scaffali dei supermercati.

Questa frutta ha due strade davanti a sé: essere svenduta alle industrie di trasformazione per diventare succo di frutta o confettura oppure restare sul campo e diventare perdita.

In Italia, si sprecano 5.2 milioni di tonnellate di cibo. Il 23% viene perso proprio a livello della produzione primaria, il resto a livello dell’industria di trasformazione e della distribuzione.

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Questo è uno dei tantissimi problemi che sta affliggendo migliaia di aziende agricole nel nostro paese e in tutta Europa.

L’Unione Europea in 15 anni (tra il 2005 e il 2020) ha perso 5.3 milioni di aziende, passando da 14.4 milioni a 9.1 milioni. Nello stesso intervallo di tempo, l’Italia ne ha perse circa 1 milione.  Un trend negativo che vuol dire perdita di biodiversità, avanzamento del modello agroindustriale, abbandono dei terreni. 

Con GenerAzione Cibo vogliamo promuovere la transizione ecologica dei sistemi alimentari, dalla produzione al consumo di cibo. 

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